7 set 2017

Il valore dei semi oleosi (noci, mandorle, ecc.)

Per molti anni nel mondo della dietologia si è data un'importanza capitale alle calorie. Si calcolavano le calorie di ogni alimento pensando che questo bastasse a capirne l'effetto metabolico. 
Negli ultimi anni si sta scoprendo sempre di più che la nutrizione è una materia molto più complessa di quanto si pensasse e l'impatto di un alimento sul nostro organismo dipende da molti fattori specifici che riguardano sia l'alimento che la nostra risposta. 
Adesso, mettendo a fuoco l'argomento di oggi,  i semi oleaginosi, si è scoperto che anche se ricchi di calorie (sulle 600 - 700 per 100 gr) in realtà aiutano a diminuire il rischio di diabete e di sovrappeso.  
In particolare diversi studi hanno provato che le mandorle aiutano a stabilizzare la glicemia. Studi canadesi sottolineano che le mandorle frenano l'appetito e contrastano la formazione dei cosiddetti «Age», molecole «prodotti finali della glicazione», complici di molti processi degenerativi dell'invecchiamento. Le mandorle sarebbero preziose per diminuire la risposta all'insulina in seguito a pasti ricchi di carboidrati. Si possono quindi abbinare ai pasti per ridurre il rischio di obesità, insulino resistenza e diabete. 


Che la frutta secca sia benefica per la nostra salute è ormai accertato da diverso tempo, e viene oggi
ulteriormente confermato da due nuove metanalisi condotte da studiosi dell’Università di Toronto e del St. Michael’s Hospital,
Gli scienziati hanno coordinato un’ampia revisione di 2.000 articoli inerenti gli effetti sulla salute della frutta a guscio nell’ambito di 49 studi clinici controllati che hanno osservato circa 2000 soggetti.
Nella prima meta-analisi, pubblicata sull’autorevole rivista British Medical Journal gli esperti hanno analizzato gli effetti benefici di noci, mandorle, noci del Brasile, anacardi, nocciole, noci di macadamia, pinoli, pistacchi e così via. Secondo le conclusioni degli studiosi, il consumo regolare di questi alimenti ha determinato una significativa riduzione dei trigliceridi e della glicemia a digiuno, due dei cinque fattori di rischio della sindrome metabolica. (1)
Una persona con sindrome metabolica presenta infatti almeno tre dei seguenti fattori di rischio: colesterolo HDL basso (il colesterolo buono), alti livelli di trigliceridi, ipertensione (pressione alta), iperglicemia (elevati livelli di zucchero nel sangue), e obesità addominale (obesità viscerale). Tutti questi fattori notoriamente aumentano il rischio di malattie cardiache, diabete e ictus.
La seconda meta-analisi, pubblicata online su PLoS ONE, includeva 12 studi clinici a cui hanno partecipato 450 soggetti. Gli autori hanno confermato che il consumo regolare di frutta secca può essere utile nelle persone con diabete di tipo 2 in cui favorisce una maggiore stabilità dei livelli glicemici. (2)
In entrambe le indagini condotte, i migliori risultati sono stati osservati quando le noci erano consumate in sostituzione di carboidrati raffinati. Alla luce di quanto emerso da queste due ricerche, Maureen Ternus, direttore esecutivo della International Tree Nut Council Nutrition Research & Education Foundation (INC NREF), ha concluso:“Con sindrome metabolica e diabete in aumento in tutto il mondo, questo è un altro buon motivo per includere le noci nella dieta quotidiana”.


Studi recenti hanno rilevato che coloro che mangiavano almeno due porzioni di semi oleosi a settimana avevano un 42% in meno di rischio di recidive del tumore... e il 57% di possibilità di sopravvivenza in più. (3)
In particolare i semi oleosi aumentano del 57 % il tasso di sopravvivenza dopo intervento di cancro colo-rettale di stadio III. (4)

E' da notare che questo effetto non si è notato per le arachidi, solo le varietà di semi oleosi provenienti da alberi erano efficaci: noci, nocciole, mandorle, pistacchi, anacardi..
Questo viene a confermare un bell'effetto antitumorale dei semi oleaginosi - uno studio del 2013 aveva trovato risultati simili, con un 11% in meno di rischio di morire di cancro per coloro che ne mangiano tutti i giorni. 

Per concludere possiamo consigliare a tutti di mangiare l'equivalente di un cucchiaio colmo di semi oleaginosi ripartiti nella giornata: per completare un pasto ricco di carboidrati, come snack da soli o abbinati a un frutto poco dolce. 

Fonti
(1) Sonia Blanco Mejia et al. Effect of tree nuts on metabolic syndrome criteria: a systematic review and meta-analysis of randomised controlled trials. BMJ Open 2014;4:e004660 doi:10.1136/bmjopen-2013-004660
(2) Viguiliouk E, Kendall CWC, Blanco Mejia S, Cozma AI, Ha V, et al. Effect of Tree Nuts on Glycemic Control in Diabetes: A Systematic Review and Meta-Analysis of Randomized Controlled Dietary Trials. PLoS ONE 2014; 9(7): e103376. doi:10.1371/journal.pone.0103376
[3] Chance of Colon Cancer Recurrence Nearly Cut in Half in People Who Eat Nuts, American Society of Clinical Oncology, mai 2017
[4] Association of Nut Consumption with Total and Cause-Specific Mortality, Ying Bao et al., The New England Journal of Medicine, novembre 2013
[5] Do dry roasting, lightly salting nuts affect their cardioprotective properties and acceptability?, Tey, S.L., Robinson, T., Gray, A.R. et al., European Journal of Nutrition, avril 2017