4 set 2017

Pane, glutine e salute

Il pane e il glutine fanno parlare di sé nel campo della nutrizione da parecchio tempo.
Il pane era anticamente sinonimo di buon cibo, purtroppo da qualche anno è stato imputato di dare disturbi soprattutto di tipo intestinale, a molte persone.
E' un problema di moda o esiste un reale rischio di salute al riguardo del glutine?
Il glutine dà una vera allergia solo nelle persone celiache. In Italia si stima che la celiachia sia presente circa nell'uno per cento della popolazione. In realtà il glutine può creare problemi anche a persone non celiache che però mostrano sintomi di ipersensibilità quando ne mangiano. Diverse ricerche attuali dimostrano che la ipersensibilità al glutine è una realtà che tocca una grande percentuale delle persone che soffrono di disturbi intestinali come gonfiore, flatulenza, disturbi dell'alvo, colite.
Cinquanta anni fa il consumo di pasta e pane erano molto più elevati di adesso ma era molto minore il numero di persone che soffrivano di disturbi di disfunzione intestinale. I motivi sono numerosi, tra questi possiamo enumerare la modificazione delle varietà di grano in varietà ricchissime di glutine (negli anni '70), l'enorme quantità di additivi aggiunti agli alimenti, la vita sedentaria, l'eccesso di alimenti raffinati, l'eccesso di proteine animali, ecc. Sicuro è che il nostro intestino è diventato in genere molto più delicato.
La domanda di prodotti senza glutine sembra non sia quindi una moda ma una reale esigenza di un vasto pubblico.
Inoltre degli studi recenti hanno dimostrato che il glutine aumenta l'attività della zonulina, una proteina proinfiammatoria che aumenta la permeabilità intestinale. (1) Questa condizione, se protratta,  può portare a malattie autoimmuni, allergiche, degenerative.
Sembra quindi auspicabile limitare la quantità di glutine nella dieta, diminuendonne l'assunzione o sostituendo i cereali che ne sono ricchi (frumento, orzo, segale, kamut) con altri che hanno un glutine meno aggressivo (farro, farro monococco, avena) o che ne sono privi (riso, quinoa, amaranto, miglio, teff, sorgo). Il mais non ha glutine ma non è da favorire in quanto è ricco in leucina che contrasta l'assorbimento di triptofano e ha grassi omega sei proinfiammatori.


Il pane non è tutto uguale

L'effetto nutrizionale del pane dipende dalla farina con cui è prodotto, dal lievito utilizzato e dal modo di cottura. 
Si possono fare pani con farine senza glutine come se ne può fare con farine di grani antichi o di farro che sono meno dannose per l'intestino. 
Si trova ormai facilmente in commercio il pane senza glutine. L'ideale sarebbe farlo in casa con farine alternative al frumento in quanto spesso il pane commerciale senza glutine contiene diverse sostanze poco raccomandabili come olio di palma o zucchero o esteri degli acidi grassi.
Per farlo in casa si può usare la farina di grano saraceno, di miglio, di mais (moderatamente), di lenticchie o di ceci. Per lievitarle si può ricorrere a un lievito chimico naturale (bicarbonato o cremor di tartaro). Certo le pagnotte rimangono basse in paragone al pane tradizionale. C'è da provare creativamente per trovare la ricetta che ci soddisfa di più.
Per i pani con glutine, la lievitazione davvero naturale e lenta, con la pasta madre, aiuta a digerire meglio il pane e a abbattere gli antinutrienti (fitati) che si trovano nelle farine integrali. Inoltre il pane a lievitazione naturale dura molto di più, produce meno gas di quello fatto con lievito di birra e favorisce una buona flora intestinale
Altro punto importante è la cottura. Più il pane è cotto a alta temperatura, più è scura la crosta, più si denaturano le proteine e i glucidi (proteine di Maillard).  Queste proteine sono proinfiammatorie e non hanno più valore nutritivo. Quindi conviene mangiare i cereali o crudi (muesli, fiocchi), o cotti in acqua o, se cotti in forno, non troppo arrostiti, altrimenti è meglio tagliare via la crosta se troppo scura e non mangiarla. 

L'importanza dell'indice glicemico 
 Più è alto l'indice glicemico di un alimento più esso fa crescere il tasso di glucosio nel sangue dopo la sua digestione. Le farine più raffinate hanno un indice glicemico più alto. Da evitarsi quanto possibile quindi le farine bianche, soprattutto la 00. Per quanto riguarda le farine alternative riso, mais e miglio hanno un alto indice glicemico. L'ideale sia nella pasta che nel pane è mescolare le farine tra loro in modo da ridurre l'indice glicemico, elevare il contenuto proteico e di fibra. Di seguito la tabella delle farine:
 
Farina
Glucidi (g/100g)
Protidi (g/100g)
Fibra (g/100g)
Indice glicemico
Farina di grano saraceno
70
9 - 10
4 - 6
40 (basso)
Farina di quinoa
67
11 - 12
6
40 (basso)
Farina di riso integrale
73,9
6,4
3
75 (elevato)
Farina di miglio
70
11
3,5
70 (elevato)
Farina di teff
67,7
9,6
7,1
45 (moderato)
Farina di sorgo
69,7
11,1
3,7
70 (elevato)
Farina di amaranto
61,5
15,5
9,5
40 (basso)
Farina di castagna
64,8
5,3
12
65 (elevato)
Farina di soia
13
37
17,4
25 (molto basso)
Farina di lupino
7 - 11
38 - 42
24 - 30
15 (molto basso)
Farina di canapa
50
28
22
45 (moderato)
Farina di ceci
61
19
14
35 (basso)
Farina di lenticchie
50
24
11
30 (molto basso)
Farina di patate
80 - 85
7
3 - 6
50-70 (da moderato a alto)
Farina di manioca
80
3
4
85 (molto alto)
Farina di mais
79
7
3,9
70 (alto)
Farina di cocco
22
16
42
35 (basso)
 
  (1):
Scand J Gastroenterol. 2006 Apr;41(4):408-19.Gliadin, zonulin and gut permeability: Effects on celiac and non-celiac intestinal mucosa and intestinal cell lines.
Gastroenterology. 2008 Jul;135(1):194-204.e3. doi: 10.1053/j.gastro.2008.03.023. Epub 2008 Mar 21.Gliadin induces an increase in intestinal permeability and zonulin release by binding to the chemokine receptor CXCR3.
FEBS Lett. 2005 Aug 29;579(21):4851-5. Rapid disruption of intestinal barrier function by gliadin involves altered expression of apical junctional proteins.
Nutrients. 2015 Feb 27;7(3):1565-76. doi: 10.3390/nu7031565. Effect of gliadin on permeability of intestinal biopsy explants from celiac disease patients and patients with non-celiac gluten sensitivity.

14 mar 2017

Fegato e dieta


Primavera, stagione in cui il fegato, con i primi caldi e dopo un inverno di alimentazione più grassa e sostanziosa, richiede che ci si occupi di lui e lo si curi con la dieta adatta.

Il fegato, dice la medicina tradizionale cinese ha bisogno di fluire. Di essere mosso quindi, stimolato e aiutato nel suo lavoro. L'azione terapeutica degli alimenti per il fegato deve quindi includere l'aiuto e lo stimolo. 

I cibi che aiutano il fegato sono soprattutto i carboidrati, di ogni tipo, e le sostanze contenute in alcuni vegetali, che lo aiutano per le loro proprietà:

Carboidrati:
complessi: cereali (in particolare il riso) , patate, pasta, pane tostato
semplici: frutta, miele, zucchero, marmellate, glucosio…

Verdure: fagiolini, zucchine, indivia riccia, belga, finocchi, carciofi, cardi, cicoria, puntarelle, scarola, agretti, rape rosse, topinambur.

Frutta: mela, mela cotta, ananas, fragole, uva, pesca bianca, fichi, prugne, melone.


I cibi che stimolano il fegato:

Alimenti acidi: limone, pomodoro, aceto, pompelmo, mela cruda, mandarini, ananas, arancio…

Alimenti grassi o cotti in olio: stufati, soffritti, fritti.

Alimenti amari: radicchio, cicoria, radici di songino, carciofi., cardi, scarola, ecc.  


I cibi che affaticano il fegato:
Alcool
Cacao e cioccolato

Troppe proteine
Formaggi, soprattutto stagionati o cotti
Cappuccino, schiuma di latte
Lievito
Caffè
Funghi
Crostacei
Mitili (cozze, vongole, ostriche)
Grassi animali soprattutto cotti
Grassi saturi
Pepe
Conservanti, additivi, dolcificanti
Vitamina A in eccesso (cibi arancione)
Farmaci
Sostanze tossiche di ogni tipo
Il digiuno protratto 


Quando mangiamo cibi pesanti che affaticano il fegato è sempre buona norma abbinaril con cibi che lo aiutano e anche che lo stimolino. Esempio: Pesce fritto con insalata e ananas oppure lasagne con finocchio e mela... 
  
Le regole fondamentali di aiuto al fegato sono:

Fare largo uso di frutta e verdura. Mangiare il contorno a tutti i pasti principali e la frutta a colazione e a pranzo.
Evitare di mangiare alimenti pesanti da soli ma abbinarli a qualcosa che aiuti il fegato a lavorare bene (verdure soprattutto amare, carboidrati) cioè seguire la regola di abbinare alimenti che lo aiutano a alimenti stimolanti soprattutto con gli alimenti faticosi.
Mangiare a orari regolari e non saltare i pasti, compresa la colazione.

In particolare una dieta epatica è indicata se:
Si appartiene al biotipo epatico (vedi a seguire)
Se abbiamo il fegato affaticato, malato o intossicato
In primavera 

6 mar 2017

La dieta disintossicante



Da un punto di vista metabolico per aumentare la vitalità del
corpo il primo lavoro da fare negli adulti è disintossicare.

L’organismo deve disintossicarsi continuamente.
Le sostanze da scartare derivano sia dal funzionamento
cellulare (bilirubina, ormoni, urea, creatinina, acido urico)
che dall’ambiente (Parti di scarto del cibo, del microbiota e
inquinanti vari)

L’organismo si disintossica attraverso:

Pelle – sudore
Polmoni – aria espirata
Fegato – bile, feci
Reni – urina


Quindi per disintossicarsi si possono utilizzare diverse strade:
Respirare profondamente – aumento dell’ossigenazione
Muoversi – sudore – aumento della circolazione linfatica
Bere – lavaggio delle scorie, aiuto ai filtri (fegato, reni)
Mangiare cibi disintossicanti e ricchi di fibra
Digiunare occasionalmente in modo appropriato (meglio con verdura e/o frutta)


Per quanto riguarda la nutrizione sono da favorire: 
Acqua, fibra e sostanze di aiuto al fegato e ai reni

Quindi soprattutto: Acqua e acqua di vegetazione, frutta e verdura e in parte cereali integrali


Una dieta disintossicante è una dieta che aiuta i filtri principali del corpo: fegato e reni a depurare l'organismo.

Segni di affaticamento epatico possono essere:
astenia, pressione bassa, gambe gonfie, testa vuota o mal di testa, sonnolenza soprattutto dopo i pasti, difficoltà di risveglio al mattino, stipsi, bocca amara, difficoltà a digerire, lingua con patina, eccesso di sete.



Quando il fegato ha bisogno di maggiore attenzione i cibi dovranno essere soprattutto:

RINFRESCANTI
DISINTOSSICANTI
RICCHI D’ACQUA DI VEGETAZIONE
CRUDI in parte
LASSATIVI (cicoria, bietole, barbabietole rosse, fibra, pere, fichi, uva, prugne…)
COME CEREALI FAVORIRE IL RISO
COME PROTEINE: LEGUMI, PESCI MAGRI, CARNI BIANCHE
COME VERDURE: AMARE (carciofi, cardi, cicoria, belga, catalogna, scarola, indivia riccia), ZUCCHINE, FAGIOLINI, AGRETTI
COME FRUTTA: DOLCE e ACIDA (mela, pesca bianca, ananas, fragole) ma non le arance che lo aggravano.



3 mar 2017

Strategie per dimagrire




Per regolare l'appetito e quindi avere più facilità a perdere peso e misure possono esserci di aiuto queste indicazioni:


  • Riprendere interesse per i cibi semplici e naturali
  • Fare attività fisica regolare e adeguata
  • Alzarsi da tavola e fare una passeggiata
  • Respirare profondamente, anche durante il pasto
  • Bere, soprattutto bevande calde
  • Esporsi all’aria e al sole
  • Assicurarsi un adeguato riposo, dormire a sufficenza, gestire bene lo stress
  • Masticare bene
  • Essere coscienti quando mangiamo, assaporare a fondo
  • Mangiare in uno stato di calma, senza troppi input esterni (rumori, odori, immagini, discorsi)
  • Curare la scelta, la preparazione e la presentazione dei cibi, l’ambiente in cui si mangia, l’orario
  • Avere interessi che ci prendano molto e ci facciano dimenticare il cibo.

L'importanza di masticare
Più mastichiamo il cibo più l'informazione in esso contenuto si svela

Più mastichiamo il cibo, più lo insaliviamo, meglio lo digeriamo

Più mastichiamo il cibo, più estraiamo da esso gli elementi eterici e vitali

Più mastichiamo il cibo, più ci calmiamo

Più mastichiamo il cibo, meno ingrassiamo


Per mangiare meglio e meno




Consigli per una dieta dimagrante


  • Dieta normo calorica
  • Cibi con basso carico glicemico
  • Colazione abbondante e completa
  • Adeguata quantità di proteine e grassi ad ogni pasto
  • Adeguata quantità di verdura ed eventualmente frutta a ogni pasto
  • Controllo dei picchi glicemici
  • Lunga masticazione
  • Pasti completi e soddisfacenti
  • Elevata qualità dei cibi (integrali e freschi)
  • Importanza dei grassi giusti (insaturi, naturali, non idrogenati)
  • Evitare cibi spazzatura (edulcoranti, cibi raffinati, conservati, alcool)
  • Importante considerare il cibo come un’informazione
  • Riduzione dell’infiammazione attraverso il controllo delle ipersensibilità alimentari.

Esempi di menù per dieta dimagrante e di freno all'appetito

Insalata, Pasta e fagioli, cicoria ripassata
Finocchio e olive, baccalà con patate, carciofo
Insalata mista, petto di pollo, mela, pane integrale
Insalata di carote, riso nero con calamari e carciofi
Insalata di finocchi e olive, passato di fave e cicoria, pane
Cavolo crudo, quinoa con zucchine trifolate e pinoli
Insalata mista, pasta con le vongole, carciofi stufati
Pinzimonio, tagliatelle con il pesto, cicoria ripassata
Insalata mista, alici in padella, carciofi e patate stufati
Puntarelle, pesce al cartoccio, patate o pane, cavolfiore
Insalata mista, pollo al curry, riso basmati integrale, zucchine
Pinzimonio, riso integrale gamberi e carciofi,

Colazione salata con pane integrale e una proteina e un frutto più bevanda. Oppure con muesli, latte vegetale, noci o mandorle



Appetito e metabolismo


Il nostro appetito dipende in parte da fattori psicologici e in parte da fattori metabolici. Possiamo operare sui fattori metabolici e frenarlo se seguiamo queste indicazioni:


  • Limitare i carboidrati, evitare i dolci, non mangiarli da soli o dopo cena
  • Favorire cibi con basso carico glicemico
  • Abbinare proteine, fibra o grassi ai carboidrati, evitare snack di soli carboidrati
  • Non dolcificare le bevande (neanche dolcificanti)
  • Mangiare a orari fissi, pasti quasi completi
  • Mangiare alimenti che stimolino il fegato e/o la tiroide
  • Favorire i cereali integrali e gli alimenti poco raffinati
  • Favorire la colazione salata e completa
Per quanto riguarda il carico glicemico degli alimenti, esso indica quanto un alimento ceda velocemente glucosio nel sangue e quindi quanto alzi l'insulina e di conseguenza sia l'appetito che il rischio di insulino resistenza e diabete. Di seguito trovate una divisione degli alimenti in quattro classi. Le prime due contengono alimenti a alto carico glicemico che sarebbe meglio limitare se non eliminare del tutto.

1. Cibi con alto carico (da evitare): Cibi con zucchero bianco, glucosio, sciroppo di glucosio, sciroppo di fruttosio, bibite gassate, caramelle, miele industriale, marmellata zuccherata, aperitivi, superalcolici, succhi di frutta.

2. Cibi con carico medio-alto (limitare): derivati di farine raffinate (pane, pasta, pizza, torte, ecc.) vino e birra, miele vergine, marmellate senza zucchero, patate, castagne.

3. Cibi con carico medio (da mangiare senza esagerare) : Farine integrali e derivati, cereali completi, fiocchi di cereali integrali, legumi, frutta secca, fichi, uva, banane.

4. Cibi con carico basso: (da mangiare senza limiti) Tutta la verdura (soprattutto cruda) e la frutta fresca (tranne quella menzionata sopra), succhi e centrifugati di frutta e verdura freschi. Tutta la frutta secca oleaginosa (noci, nocciole, mandorle, pinoli, ecc.).Proteine animali e grassi hanno pochissimi o niente glucidi.


16 feb 2017

Il cibo per amico


La relazione con il cibo condiziona molto il modo in cui mangiamo, cosa mangiamo e l'effetto che il cibo ha su di noi.

Possiamo "consumare" un cibo oppure assaporarlo, celebrarlo, entrare in relazione con lui. Possiamo ricordarci che diventa parte di noi in modo totalmente intimo, ci compenetra, ci influenza, ci colora. Nell'entrare in relazione lo posso considerare come un essere vivente che diventa parte di me. La relazione diventa biunivoca. Se sento la sua presenza, la sua energia, la sua vita,  sarò più portato a rispettarlo e mangiare potrà diventare un atto che ha in se una dimensione energetica, emotiva e spirituale oltre che materiale. 

Più il cibo è naturale, semplice, fresco, vitale, buono, crudo o cucinato con cura più sarà facile stabilire una relazione di "amicizia" con lui. 
La relazione con il cibo di cui ci nutriremo comincia quando lo vediamo al mercato o ancora di più se lo cogliamo o lo peschiamo noi.. nello scegliere il cibo possiamo farci chiamare dal suo aspetto o profumo o dalla vitalità che sprigiona.


Se lo sappiamo ascoltare il cibo ci può raccontare una lunga storia che parla della terra, del vento, del sole, della pioggia, delle stelle alla cui influenza è stato esposto e da cui si è lasciato formare. Il cibo che giunge a noi è come un messaggero o un dono di tutto l'universo.

Mangiandolo con consapevolezza può dischiuderci la sua energia e nutrirci di ispirazione e di gratitudine. 


Leggi: Hrani Yoga, O.M. Aivanhov, Edizioni Prosveta. 

Nutrirsi in consapevolezza, Thic Nhat Hahnh, Edizioni Terra Nuova.